Il mondo del site building si divide, sostanzialmente, in due categorie: una è quella composta da coloro che si affidano al più popolare dei CMS (Content Management System), cioè WordPress, l’altra comprende invece chi decide di affidarsi al fai-da-te utilizzando HTML e CSS e anche tutti coloro che scelgono un qualsiasi altro sistema di pubblicazione e gestione dei contenuti.

Anche se non si hanno specifiche esigenze, realizzare un sito che “parla” diverse lingue oltre a quella principale non è mai una cattiva idea. Anzi, rappresenta, perlopiù, una buona opportunità in ottica SEO.

Un plugin è software che viene incluso in un’applicazione web - tipicamente un Content Management System (CMS) - per modificarne o estendere le sue funzionalità

WordPress, uno dei CMS (Content Management System) più diffusi della Rete, adotta un database MySQL, deputato a immagazzinare e a organizzare i dati del sito web in tabelle, righe e colonne. Si tratta di un’entità dinamica, ovvero è possibile aggiungere, modificare e cancellare le informazioni che contiene.

Ecco come e perché convertire un sito da HTML a WordPress

Le prestazioni di un sito Web, e in particolare la velocità di caricamento delle pagine, sono un fattore fondamentale per il successo di un progetto online perché influiscono notevolmente sulla qualità della user experience e persino sul posizionamento tra i risultati dei motori ricerca.

Lo scopo di un negozio online è banalmente quello di massimizzare le vendite mostrando le proprie pagine di prodotti ad una platea quanto più ampia possibile, in modo da raggiungere un maggior numero di potenziali clienti.