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Servizi IT e datacenter, l’importanza dell’indipendenza energetica

16/09/2019
Green Data Center Aruba
EnterprisePartner
Per le infrastrutture IT di ogni tipo, il costo di approvvigionamento energetico,  strettamente correlato a quelli di mantenimento (TCO), rappresenta un aspetto da non sottovalutare per le imprese di ogni dimensione.
La gestione dei sistemi informativi è dunque legata a doppio filo con i costi dell’energia elettrica e di condizionamento che serve per farli funzionare.
In un contesto di rapida volatilità dei mercati e in presenza di scenari altalenanti, dove fonti alternative e fonti fossili subiscono apprezzamenti e deprezzamenti ciclici, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera) osserva un lento ma costante incremento dei costi dell’energia:

"Tra le variazioni più recenti, dal 1° luglio si è registrato un leggero incremento relativamente alle bollette dell'elettricità (+1,9%). Gli aggiornamenti sono prevalentemente legati ai previsti andamenti dei prezzi delle materie prime nel prossimo trimestre, in rapporto ai mercati all'ingrosso dell'energia, nazionali ed internazionali. Per l’energia elettrica è significativo come l’incremento finale sia il risultato di un aumento dei costi di acquisto dell'elettricità, attenuato da un lieve aggiustamento in riduzione degli oneri generali.
L'aumento della componente materia prima è principalmente legato al normale andamento stagionale dei mercati, in parte compensato dalle quotazioni delle commodity energetiche." 

Produrre energia in proprio

Stanti queste osservazioni di natura generale, è evidente quanto possa essere vantaggioso poter contare su partner che hanno la capacità di produrre energia “in proprio”, sfruttando impianti basati sulle rinnovabili e, perciò, in grado di mitigare gli “umori” del mercato energetico. Sebbene un IT provider non si occupi di vendere energia, è facile comprendere come questa componente rappresenti un elemento basilare per tutte le attività delle infrastrutture e dei datacenter.
Ma c’è di più, selezionando un provider attento all’ambiente e rispettoso delle normative in materia è possibile migliorare anche l’approccio energetico dell’impresa, favorendo, appunto, fonti pulite in luogo di una produzione da sole fonti fossili.

Come detto, la voce di spesa riguardante l’elettricità è certamente ingombrante, in particolar modo per quelle strutture che devono essere operative 24/7 come i datacenter. Si pensi che, per esempio, nei servizi di colocation offerti dai provider i costi di natura energetica hanno un peso molto importante. In alcuni casi, il costo stesso dell’energia incide in modo diretto sulle tariffe dei servizi offerti. Proprio per questo motivo, la scelta di un provider capace di provvedere autonomamente alla produzione dell’energia si traduce in vantaggi economici anche per i clienti.

Nei datacenter, una cospicua parte di elettricità è assorbita dagli scambiatori termici e dai sistemi di raffrescamento. È infatti indispensabile smaltire il calore prodotto dai server mantenendo le temperature indicate dai produttori dei sistemi hardware al fine del corretto funzionamento degli stessi.
Un datacenter efficiente combina differenti sorgenti per raffrescare gli ambienti, oltre a tecnologie attive e passive per lo scambio di aria. In base al posizionamento geografico e alla stagione, in alcuni casi, è anche possibile operare in “free cooling”, ossia consentendo l’ingresso di aria a temperatura ambiente (opportunamente filtrata e convogliata). In questo caso si ottiene una riduzione dei consumi elettrici per il condizionamento, che può raggiungere anche il 60%, a tutto vantaggio dei servizi offerti e dell’ambiente.
Considerando l’energia come una delle materie prime per chi si occupa di offrire servizi e infrastrutture DC è dunque importante avere cura di non sprecare neppure un kW e di ottimizzarne la resa al massimo.

Come è possibile? 

Per tenere sotto controllo l’efficienza reale dei datacenter, è prassi comune adottare il sistema di monitoraggio Power Usage Effectiveness, o PUE. Si tratta di un calcolo legato all’efficienza ed è strettamente correlato all’energia elettrica che  alimenta il data center. Il PUE  è dato dal rapporto tra la potenza assorbita da un data center e la parte effettivamente fornita ai server, al netto dell’energia utilizzata per il condizionamento e di quella dispersa nella catena di alimentazione. Va da se che quanto più basso è il PUE, tanto più è alta l’efficienza del data center, con 1 come valore ideale, ovviamente non raggiungibile in concreto.

La definizione dei costi complessivi passa perciò dal PUE, ma anche dal Prezzo Unico Nazionale o PUN. Si tratta del prezzo di riferimento dell’energia elettrica rilevato sulla borsa elettrica italiana, aggiornato e pubblicato dal Gestore dei Mercati Energetici.  
Il prezzo di scambio è definito per ogni ora di ogni giorno, sulla base dell'incontro tra domanda e offerta: sono dunque accettate solamente le offerte di vendita a cui corrispondono offerte di acquisto disposte a pagare un prezzo maggiore o uguale a quello richiesto. Conseguentemente, il PUN generato risulta variabile ogni ora dell’anno, con valori tendenzialmente più alti nelle ore in cui è più difficile e costoso produrre energia e indicatori più bassi nelle ore di maggiore offerta/produzione.

In termini di gestione dei costi per il provider, il PUN non è di per sé il “costo totale dell’energia” ma ne costituisce una componente alla quale si sommano oneri di trasmissione e tasse. Il Prezzo Unico Nazionale influenza in ogni caso le dinamiche relative al costo dell’energia. 

In questa logica, la disponibilità di impianti a rinnovabili, installati presso o per conto del provider, può fare la differenza. La disponibilità di una struttura fotovoltaica installata sul tetto, di turbine eoliche o idrauliche, ma anche l’adozione di sistemi geotermici per il condizionamento e lo scambio di calore, consentono di ottimizzare i costi e minimizzare le oscillazioni di mercato. 

Un esempio di quanto citato è rappresentato dal Global Cloud Data Center di Aruba, inaugurato circa due anni fa a Ponte San Pietro (BG) e tutt’ora in fase di espansione.
In questo caso, l’efficienza e il contenimento dei costi passano dall’adozione di energia certificata da parte dell’operatore di rete e proviene unicamente da fonti rinnovabili. A completamento del comparto di alimentazione si aggiunge l’impianto fotovoltaico e l’energia apportata dalla centrale idroelettrica attiva del campus.

Impianti dedicati e l’adozione delle rinnovabili consentono di assorbire parte delle oscillazioni dei costi dell’energia, in uno scenario in cui la potenza di calcolo dei datacenter è destinata a crescere senza sosta. L’ampia adozione di servizi cloud, hosting, housing e molti altri implica l’adozione di una sempre maggiore potenza di calcolo. Più server significa più consumo di energia, anche se il continuo progresso tecnologico e l’adozione di processi produttivi per la lavorazione del silicio sempre più raffinati consentono all’hardware odierno superiori prestazioni a parità di potenza.

Impatto in watt della scelta tecnologica 

Ciascuna attività ha, poi, un diverso impatto in termini Watt/ora spesi per l’esecuzione dei processi. Ad esempio, l’allocazione di importanti spazi nel DC incide sensibilmente sul conto totale. Nell’offerta di colocation il servizio power & cooling costituisce una parte importante del preventivo finale, ben più rilevante di altre voci, come per esempio quelle relative all’uso della sala e ai service tramite personale dedicato. 
In questo caso, il provider sfrutta avanzati sistemi di monitoraggio per controllare che PUE ed efficienza complessiva della struttura rientrino sempre nei parametri predefiniti. Si tratta di un dettaglio che non può essere tralasciato e permette di modulare preventivi e offerte al centesimo, ma anche per consentire, in casi eccezionali, lo svolgimento di audit per i clienti più energivori.

Diversamente, nei servizi managed la componente energia è meno impattante sulle tasche del cliente; in questo caso, servizi e impiego del personale per gestione hardware e software sono le voci preponderanti.