Magazine

Startup, forfettari e Fattura Elettronica

21/09/2021
Startup, forfettari e Fattura Elettronica
PMIPrivatiProfessionistiPubblica Amministrazione
Stai lanciando la tua startup. Le difficoltà sono mille, i timori sono ancora di più, ma la concentrazione è fissa sull’obiettivo: c’è l’idea, c’è il mercato, c’è l’ambizione. La forma è tipicamente quella della Partita IVA in regime forfettario perché, a meno di partenze con spalle solide e iniziative già avviate, con ogni probabilità i primi passi saranno portati avanti con fatturati limitati e giro d’affari di piccole dimensioni.

Alla prima fattura cosa farai? Un foglio di carta da stampare o un file digitale da archiviare? Questa scelta, infatti, non dice soltanto come gestirai la tua fatturazione, ma la dice lunga anche sul tuo modo di essere imprenditore e sulle caratteristiche della tua nuova azienda.

Startup, scegli la Fattura Elettronica

Essere “startup” – dunque in possesso di tutti i requisiti di legge necessari - è qualcosa che consente una riduzione dell’imposta sostitutiva dal 15 al 5%: un vero e proprio volàno per le fasi iniziali dell’azienda. Ma essere “startup” è anche qualcosa di ulteriore e non solo dal punto di vista normativo: nel nome v’è un concentrato di prospettive e di progettualità tali da tracciare un’ambizione strutturata, forte, delineata. Non resta che organizzarsi e partire.

Benché la scelta tra la fatturazione cartacea e quella elettronica possa apparire ovvia agli occhi dei più, in realtà non c’è alcun obbligo di legge in tal senso: la Partita IVA in regime forfettario può (per ora) scegliere liberamente tra la fattura tradizionale in formato cartaceo e la più innovativa fattura elettronica. Per la startup che sta settando la propria configurazione operativa, dunque, v’è immediatamente un bivio di fronte al quale scegliere.

Lo Stato lascia libera scelta, fino a decisione contraria da parte delle istituzioni, per lasciare alle microaziende massima libertà operativa. Tuttavia questa scelta non è prettamente neutra e quindi non è al tempo stesso prettamente libera: mentre la scelta del cartaceo vincola di fatto ad una serie di ostacoli, la fattura elettronica apre ad una lunga serie di opportunità. Le due scelte definiscono quindi contesti differenti e un imprenditore oculato farà intraprendere fin da subito alla propria piccola nuova azienda la strada più corretta.

Scegliere la Fattura Elettronica significa operare con maggior semplicità nella produzione, gestione, archiviazione e ricerca delle fatture. Inoltre, significa risparmiare in modo sostanziale in ciascuno di questi passaggi, riducendo al minimo i costi operativi e consentendo così all’azienda un flusso di cassa più leggero e meno legato ai costi di gestione. Significa, inoltre, ridurre le operazioni da compiere ed i margini di errore possibili. Significa, infine, approfittare delle agevolazioni che il Fisco riserva alle aziende che utilizzano esclusivamente la Fattura Elettronica, per le quali i tempi per gli accertamenti scendono da 5 a 4 anni.

Insomma, ci sono solo vantaggi. Tuttavia, non tutti hanno già intrapreso questa scelta perché spesso l’inerzia è il peccato originale peggiore che le persone trasferiscono alle proprie aziende. “Si è sempre fatto così” implica un punto di partenza nel quale il cambiamento diventa un onere. Una startup non può però permettersi questo drammatico errore e a dirlo è la stessa natura dell’azienda: non esiste “startup innovativa” che possa fare a meno dell’innovazione e non esiste microazienda che possa rinunciare a priori ad una pletora di vantaggi fiscali e operativi di questo tipo.

Non solo: nel nome “startup” è giocoforza innestato il seme dell’ambizione: non si è “startup” se non si ha di fronte una prospettiva di crescita importante e tale da proiettare rapidamente l’embrione iniziale dell’azienda in qualcosa di ben più grande e strutturato. Se questa è la prospettiva, questi devono essere gli strumenti: inutile immaginare un percorso di fatturazione cartacea quando la prospettiva di breve periodo è quella di crescita e di conseguente uscita dal regime forfettario e necessità di adeguarsi all’obbligo della fattura elettronica.

Il modo in cui si fattura è di per sé “parlante”: racconta come una Partita IVA affronta gli strumenti del digitale e può dire dunque molto sulla sua reale caratura di entità innovativa. Per una startup, quindi, la presentazione di una fattura in un modo o in un altro non può che andare a caratterizzarne l’immagine, l’imprinting sul brand. La fattura diventa un biglietto da visita che racconta molto di sé, al di là di convenienze fiscali e di metodo.

Torniamo al punto di partenza, quindi: stai lanciando la tua startup. Le difficoltà sono mille, i timori sono ancora di più, ma la concentrazione è fissa sull’obiettivo: c’è l’idea, c’è il mercato, c’è l’ambizione. La forma è tipicamente quella della Partita IVA in regime forfettario. A questo punto non devi far altro che trovare il primo cliente e presentare la prima Fattura Elettronica. Quando le strade sono lastricate di buone intenzioni, i giusti strumenti sono fondamentali per iniziare davvero a correre.