L’evoluzione del panorama normativo europeo in materia di cybersecurity ha introdotto il regolamento DORA (Digital Operational Resilience Act) e la direttiva NIS 2 (Network and Information Security Directive 2).
Entrambe le normative hanno un obiettivo chiaro: rafforzare la capacità delle organizzazioni di prevenire, gestire e superare eventi critici legati alla sicurezza informatica. Tuttavia, troppo spesso si tende a leggere questi obblighi di compliance esclusivamente in chiave tecnologica, dimenticando che la vera resilienza digitale non si costruisce solo con soluzioni IT avanzate, ma anche — e soprattutto — con le persone.
Compliance DORA e NIS 2: oltre la tecnologia, serve un nuovo approccio culturale
Adeguarsi ai requisiti previsti da DORA e NIS 2 non significa semplicemente adottare nuove piattaforme cloud, potenziare i sistemi di cyber defense o investire in servizi di sicurezza gestita. Certo, la tecnologia è un elemento imprescindibile, ma da sola non basta.
Queste regolamentazioni impongono un cambio di paradigma: l’attenzione si sposta dall’avere semplici strumenti di protezione al costruire un modello organizzativo resiliente, in grado di reagire a incidenti, attacchi o disservizi con prontezza ed efficacia.
Per questo, nella roadmap verso la conformità, ogni CIO e CISO deve considerare come priorità anche il fattore umano.
Resilienza digitale: tre motivi per cui il fattore umano è centrale
La sicurezza e la continuità operativa non possono essere delegate esclusivamente alla tecnologia. Il ruolo delle persone è fondamentale in almeno tre direzioni.
1. Mentalità e cultura organizzativa orientate alla resilienza
Il primo passo per rispettare gli standard richiesti da DORA e NIS 2 è costruire un ambiente di lavoro che sappia affrontare l’incertezza e gestire le emergenze senza improvvisare.
Questo significa definire con chiarezza ruoli, responsabilità e procedure, ma anche allenare l’organizzazione ad agire con consapevolezza e velocità quando si verificano eventi inattesi.
Le tecnologie cloud e i servizi di sicurezza avanzata supportano questo modello, ma solo se inseriti in un contesto dove le persone sono preparate, coordinate e pronte ad agire.
2. Diffusione della consapevolezza a tutti i livelli aziendali
Ogni individuo all’interno di ogni organizzazione, pubblica o privata — non solo gli specialisti IT o gli addetti alla cybersecurity — è parte integrante del sistema di sicurezza.
Anche i gesti quotidiani più semplici, come aprire un allegato, cliccare su un link o impostare una password, possono avere un impatto significativo sulla resilienza complessiva dell’organizzazione.
Diventa quindi fondamentale prevedere programmi di awareness continui, che non si limitino a corsi teorici ma promuovano una partecipazione attiva e consapevole di ogni dipendente. L’obiettivo è creare una cultura diffusa della sicurezza, dove ciascuno si senta coinvolto e responsabile.
3. Competenze specifiche per gestire e valorizzare la tecnologia
Avere le migliori soluzioni è inutile se in azienda mancano le persone in grado di gestirle in modo efficace.
DORA e NIS 2 spingono a investire anche nella crescita delle competenze: non solo skill tecnici, ma anche capacità di governance, comunicazione, gestione del rischio e incident response.
Questo passaggio è particolarmente rilevante per le imprese enterprise che operano in ambienti complessi e ibridi, dove la sicurezza non è solo una questione IT, ma una componente strategica per la continuità del business.
La vera resilienza digitale nasce dall’equilibrio tra persone, processi e tecnologie
L’adeguamento alle normative DORA e NIS 2 rappresenta una sfida articolata per tutte le aziende di grandi dimensioni, ma offre anche l’opportunità di evolvere verso un modello di gestione più maturo e consapevole.
Investire in soluzioni tecnologiche avanzate è un passaggio fondamentale, ma non sufficiente. La resilienza digitale richiede un ecosistema integrato, dove le persone sono preparate, i processi sono definiti e la tecnologia è al servizio della business continuity.
Per i CIO e i CISO oggi più che mai è il momento di agire, costruendo un percorso che tenga insieme strumenti innovativi e sviluppo delle competenze, con un unico obiettivo: garantire sicurezza, operatività e fiducia in un mondo sempre più connesso e sempre più esposto ai rischi cyber.
La differenza non la fanno solo le tecnologie adottate, bensì la capacità dell’azienda di integrarle nei propri processi, di formare le persone e di alimentare una cultura aziendale orientata alla sicurezza.
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regolamento DORA e la
direttiva NIS 2.