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Ecco come imparare a tenere d’occhio le performance e la cybersecurity del tuo e-commerce

16/10/2023
e-commerce di successo
PMIPrivatiProfessionisti
Se avete un’azienda di e-commerce, qual è il modo più efficace per rendere felici e soddisfatti i vostri clienti? Senza dubbio, offrendo loro un’attività online che, semplicemente, funzioni in modo fluido e sicuro. In un recente sondaggio condotto da Forrester Consulting su grandi marchi della vendita al dettaglio e del largo consumo, il 40% degli intervistati ha dichiarato di aver sofferto di interruzioni dell'attività che hanno avuto un impatto sui clienti.

Molti partecipanti hanno anche affermato che i tempi di inattività hanno comportato una perdita di fatturato, un risarcimento ai clienti e un tempo aggiuntivo per la risoluzione del problema.
 
Sull’altro versante, secondo altre indagini di mercato, risulta che il 44% dei consumatori globali non si preoccupa di quale sia il negozio o il sito preferito per i suoi acquisti, ma che la scelta tiene, innanzitutto, di un criterio: il "purché funzioni".

Da entrambe le considerazioni discende che le aziende di e-commerce devono prendere le misure necessarie per garantire che le interazioni degli utenti con i loro brand non solo offrano una buona user experience, ma che li rassicurino sulla cybersecurity, garantendo, cioè, sulla riservatezza e sulla sicurezza dei loro dati.
 
Partiamo dalla prima delle due priorità: le prestazioni generali del sito. Sarà prioritario imparare e abituarsi a monitorarle con costanza, in primo luogo, quelle che influiscono sulla velocità di caricamento e sulla frequenza di rimbalzo.

Ecco alcuni precetti-base, con le relative tecniche per ovviare agli eventuali problemi riscontrati.

Tempi di risposta ok?

Sul fronte hardware, sarà fondamentale mantenere bassi i tempi di risposta dei server, quelli che intercorrono tra la richiesta che l’utente compie sul suo browser e il feedback del sito ospitato sulla macchina remota.

Quanto più essi saranno elevati tanto più all’interno del sito ci si muoverà con fastidiosa lentezza.

Per rimediare, occorre per prima cosa affidare il proprio sito a un servizio di web hosting di alta qualità, ottimizzare le query del database e ridurre al minimo l'uso di script di terze parti.

La regola dei tre clic

A ogni finalità di un sito corrisponde una sua diversa architettura, ovvero ciò che descrive in quale modo sono strutturati i contenuti.

Per definire il modo in cui questo impianto funzionerà è essenziale il rispetto di una regola-base, quella dei cosiddetti “tre clic”: ogni pagina che contiene un prodotto o un servizio in vendita deve avere una “distanza” dalla home page non superiore ai tre “colpi” di mouse.

Il rispetto di tale regola favorisce la navigazione dell’utente e non svilisce l’importanza e l’autorevolezza dei contenuti nei confronti di Google che tiene in grande considerazione la lontananza degli elementi core del sito dalla pagina iniziale.

In concreto, la progettazione e l’architettura del sito dovranno tradursi nella sitemap, ovvero il file in cui chi gestisce la parte più tecnica di un sito web inserisce le informazioni relative alle pagine, accompagnate dalle correlazioni tra tutti i vari elementi, per poi inviarlo ai motori di ricerca.

Occhio ai contenuti: pagine e immagini

Anche dopo aver definito correttamente la struttura e le principali parole-chiave, potrebbe verificarsi l’eventualità che i volumi di traffico sul sito di e-commerce si rivelino inferiori alle aspettative. In questo caso, il passaggio-chiave consisterà nella verifica del fatto che i contenuti abbiamo al loro interno gli elementi che rendono più semplice, rapida ed efficace la loro individuazione da parte dei motori di ricerca. In questo elenco includiamo, per esempio, i Meta title, le Meta description, il confezionamento di schede-prodotto di qualità con dei buoni testi e immagini scelte con cura.
 
Occorre anche verificare che le URL di tali schede siano brevi e “parlanti”, descrivano, cioè, l'effettivo contenuto della pagina di riferimento.
 
Sarà molto utile, inoltre, che tra le varie pagine vi siano dei link interni, utili sia per rendere più ricca l’esperienza di navigazione dell’utente che per fornire agli spider dei motori di ricerca elementi che agevolino il loro processo di scansione e di indicizzazione.
 
Fondamentale, inoltre, è la verifica della velocità di caricamento delle pagine, che potrà essere effettuata, per esempio, mediante i Web Vitals, strumenti ad hoc, molti dei quali sono messi anche a disposizione, gratuitamente, dalla stessa Google, con i quali le performance del sito possono essere sottoposte ad analisi sulla base di vari parametri.
 
Infine, le immagini, spesso l'elemento di contenuto più grande di un sito web, quindi la loro ottimizzazione può migliorare significativamente il Largest Contentful Paint (LCP), la metrica che misura il tempo che un sito web impiega per mostrare all'utente il contenuto più grande sullo schermo, completo e pronto per l'interazione.

Le minacce alla sicurezza dell'e-commerce

Indipendentemente dal settore merceologico di appartenenza, le realtà impegnate nella vendita online, si trovano, oggi, a dover affrontare una moltitudine di minacce alla sicurezza informatica. Tra le principali possiamo annoverare i bot dannosi, la violazione delle API (Application Programming Interface), e gli attacchi DDoS (Distributed Denial of Service).
 
Il traffico di bot, attualmente una delle minacce più rilevanti del settore, è diventato sempre più sfuggente e negli ultimi anni ha portato alla ribalta le frodi di acquisizione di account: un singolo attacco andato a buon fine può comportare perdite per migliaia di euro, e il settore è attualmente pronto ad assistere a un aumento senza precedenti nel campo dei nuovi metodi applicati in questo campo.
 
La crescita esplosiva dell’offerta dei dispositivi e la digital transformation hanno portato a un boom nell'uso delle API per supportarli. Tuttavia, molte di esse sono esposte alle minacce con una protezione nulla o minima, con il conseguente possibile accesso non autorizzato a dati sensibili da parte di malintenzionati, l'inserimento di un codice dannoso nelle richieste API, lo sfruttamento di falle nell'autenticazione e nella gestione delle sessioni, l'esecuzione di script dannosi su applicazioni lato client e l'inganno di utenti autenticati che eseguono azioni non volute sulle API.
 
Anche gli attacchi DDoS sono una minaccia sempre più importante per il settore. Pur non prendendo di mira direttamente gli utenti, questa forma di attacco informatico può mettere fuori uso o rallentare il sito web, inondando la rete, il server o l'applicazione di traffico falso e, influenzando, pertanto, l'esperienza di acquisto degli utenti, incidendo sul tasso di conversione e causando così enormi perdite al portafoglio e alla reputazione dell'azienda.


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