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Come si apre una partita IVA per libero professionista

08/08/2022
Come si apre una partita IVA per libero professionista
Professionisti
Aprire partita IVA rappresenta davvero un passo importante, bisogna quindi arrivare preparati all’occasione, ed è quindi necessario conoscere preventivamente quali sono i costi da sostenere, a quanto ammontano le tasse ed i contributi da versare, e quali sono soprattutto gli adempimenti burocratici da portare a termine per poter aprire correttamente una partita IVA da libero professionista.

Partita IVA da professionista: costi e procedura

Iniziamo subito con una bella notizia: aprire partita IVA da libero professionista è completamente gratuito. Sia nel caso in cui dovessi scegliere un commercialista per farti seguire nelle pratiche, sia nel caso in cui dovessi decidere di far tutto da solo, non dovrai affrontare nessun costo relativo all’apertura della partita IVA.
Per poter completare le procedure relative all’ inizio dell’attività è necessario compilare un modulo, il modello AA9-12, che potrai richiedere in modo cartaceo presso qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle Entrate oppure potrai scaricare direttamente online sul loro sito ufficiale.
Il modello AA9-12 andrà compilato in alcuni dei suoi campi obbligatori, come ad esempio i dati personali, la scelta della propria denominazione, la scelta della sede dell’attività. Tra tutti i campi da compilare, due sono le scelte fondamentali da inserire: la scelta del proprio Codice ATECO, e la scelta del proprio regime fiscale a cui si decide di aderire.
Il Codice ATECO è formato da 6 cifre, ed identifica e classifica nel modo più attinente possibile le attività che ogni libero professionista vorrà svolgere. È possibile inserire nel modello AA9-12 un Codice ATECO principale, e fino a 6 Codici ATECO secondari, ottenendo quindi la possibilità di poter svolgere più attività contemporanee con lo stesso numero di partita IVA.
Attenzione: il Codice ATECO è di fondamentale importanza in quanto classifica ed identifica anche eventuali obblighi previdenziali, ed in alcuni casi (ad esempio nel regime forfettario), determina anche la base imponibile sulla quale calcolare le imposte. È bene quindi farsi consigliare ed aiutare da un commercialista, o un tributarista o consulente fiscale per la corretta identificazione di tutti i Codici ATECO da inserire.
La seconda scelta importante da prendere nel modello AA9-12 è appunto quella del regime fiscale a cui aderire. Scegliere un regime fiscale significa scegliere sostanzialmente una serie di regole ed adempimenti da seguire. Ogni regime fiscale infatti si differenzia per la percentuale di tasse che verranno applicate, per la presenza o meno dell’ IVA in fattura, ed anche per la quantità e le scadenze fiscali alle quali adempiere.
Il regime più vantaggioso in Italia in questi ultimi anni è di sicuro il regime forfettario, in quanto garantisce ai liberi professionisti che decidono di aprire una partita IVA una serie di vantaggi. In breve:
  • una tassazione più bassa. Le tasse infatti nel regime forfettario sono pari al 5% per i primi 5 anni, 15% dal sesto anno in poi;
  • esenzione dall’ IVA. I liberi professionisti che emetto fattura in regime forfettario non devono applicare l’IVA in fattura;
  • esenzione dalla ritenuta d’acconto. Coloro che emettono fattura nel forfettario non devono applicare la ritenuta d’acconto del 20% ai propri compensi;
  • semplificazioni contabili. Il regime forfettario è esente dalla registrazione delle fatture, dagli studi di settore, dalla dichiarazione IVA trimestrale ed annuale, ecc.

In alternativa al Regime Forfettario, sarà comunque possibile aprire una Partita IVA in Regime Semplificato o Ordinario, seguendo quindi tutte le norme relative all’ applicazione dell’ IVA, e in questo caso verrà quindi applicata la tassazione secondo gli scaglioni IRPEF ordinari.

Contributi previdenziali per i liberi professionisti

Oltre alle imposte, i liberi professionisti che decidono di aprire una partita IVA dovranno versare anche i propri contributi previdenziali. Bisognerà a questo punto effettuare una distinzione tra le varie categorie dei liberi professionisti, perché in base a queste varieranno anche le regole sui versamenti previdenziali.
È quindi necessario distinguere due grandi categorie:

  • liberi professionisti iscritti ad un Albo e con una Cassa Previdenziale.
  • liberi professionisti senza un Albo di appartenenza.
Fanno parte della prima categoria tutti quei liberi professionisti per i quali è stato previsto un Albo di appartenenza, ed è stata istituita una Cassa previdenziale come ad esempio: geometri, ingegneri, architetti, medici, commercialisti, avvocati, psicologi, ecc.
Tutti questi professionisti hanno l’obbligo di versare i propri contributi previdenziali alla propria Cassa di appartenenza, secondo un contributo soggettivo (di solito una quota fissa annuale da versare) ed un contributo integrativo (di solito una percentuale sul fatturato annuale).
Tutti quei professionisti che invece non hanno un Albo di appartenenza, ad esempio grafici, traduttori, personal trainer, amministratori di condominio, hanno invece l’obbligo di iscriversi e versare i propri contributi previdenziali alla gestione separata INPS.
La gestione separata, al contrario di quasi tutte le gestioni previdenziali, non prevede però dei contributi fissi o “minimali” da versare, ma prevede dei versamenti esclusivamente in percentuale sull’utile annuale prodotto. La percentuale di contributi da versare alla gestione separata INPS sarà quindi pari dal 2022 al 26,23%.

Apertura partita IVA: serve PEC e firma digitale?

La firma digitale è di fondamentale importanza per l’apertura di una partita IVA con relativa iscrizione in Camera di Commercio, mentre non è necessaria per l’apertura della partita IVA da libero professionista, in quanto nessun file digitale verrà richiesto da parte dell’Agenzia delle Entrate.
La PEC è invece obbligatoria per tutti i professionisti iscritti ad un Albo ed appartenenti ad una Cassa Previdenziale, ma è anche fortemente consigliata anche per tutti i liberi professionisti senza una cassa di previdenza, anche nel caso di adesione al regime forfettario, in vista dell’obbligo di fatturazione elettronica in vigore dal 1 Luglio 2022.
Nonostante esistano dei casi in cui PEC e firma digitale non siano obbligatori per la gestione della propria partita IVA, risultano comunque due strumenti fondamentali per tutti i liberi professionisti sia nell’invio di documenti con una valenza legale, sai nel caso di firma di documenti presso uffici della Pubblica Amministrazione o Camera di Commercio. Questi uffici, infatti, negli ultimi tempi hanno deciso di accettare esclusivamente dei documenti firmati digitalmente.
Altro strumento diventato fondamentale è il software di fatturazione elettronica. Tutti i liberi professionisti, anche in regime forfettario, dal 1 Luglio del 2022 sono stati obbligati ad emettere fatture elettroniche, ed a conservare questi documenti in formato elettronico seguendo tutte le norme di legge.