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Fibra ottica in azienda: l’importanza della velocità di upload

02/03/2022
Fibra ottica in azienda: l’importanza della velocità di upload
PMIPrivatiProfessionisti
Quando si sceglie una connessione ed il relativo operatore, spesso e volentieri ci si ferma ad un dato che potrebbe sembrare significativo ed onnicomprensivo, ossia la velocità di download. Quando gli operatori promuovono le proprie offerte, del resto, fanno riferimento a questo aspetto poiché centrale nell’esperienza più tradizionale di navigazione. Tuttavia non solo la velocità di download non dice tutto, ma è un valore che assume anzi sempre meno significato a mano a mano che le abitudini di fruizione della Rete stanno mutando nel tempo.

Da qui bisogna partire, dunque: ogni connessione prevede sia dati in entrata (download) che in uscita (upload). In alcuni casi avere una velocità di download alta è fondamentale, poiché l’esperienza prevede semplicemente grandi flussi di informazione da scaricare nell’unità di tempo; in altre situazioni vale invece il discorso contrario e la cosa più importante è la capacità di upload sulla Rete, per l’invio ad altre persone o verso server remoti.

In azienda tutto ciò assume un significato ancor più forte perché la fruizione ha baricentro notevolmente spostato verso l’upload rispetto all’esperienza casalinga. E questo aspetto non può essere sottovalutato, perché altrimenti il problema andrà a gravare pesantemente sull’operatività quotidiana.

L’importanza della velocità di upload

Partiamo da una considerazione: la normale navigazione, l’invio di semplici file, la gestione di poche immagini e altre operazioni di questo tipo non mettono sotto stress né la velocità di download, né la velocità di upload. Se si dispone di una ADSL il problema è più immediato, ma se la propria connessione è in fibra allora il problema tutto sommato decade. Quando si passa alla fibra, però, l’ambizione cresce e si accede solitamente a servizi ben più famelici di dati, ai quali va fatta dunque corrispondere una velocità adeguata.

La velocità di download è importante in tutti quei casi in cui il flusso di dati in arrivo è particolarmente importante. Sono questi i casi degli streaming video (Netflix, Disney+, YouTube), di download massivi di software o altre esperienze di questo tipo.

La velocità di upload è importante invece in tutti quei casi in cui a prevalere è la priorità dei dati in uscita. Sono contemplati in questa casistica le videoconferenze, il gaming, le dirette streaming, i backup.

Va da sé una facile riflessione: mentre le esperienze di download sono primariamente concentrate in ambiente domestico, e parzialmente in quello aziendale, le esperienze di upload sono concentrate soprattutto in ambito professionale ed in minor misura nelle case. A tutto ciò si aggiungano due elementi: la velocità di upload è solitamente inferiore a quella di download per una caratteristica intrinseca delle reti di trasmissione ma, al tempo stesso, in azienda è alto il numero delle utenze che in un dato momento hanno bisogno di fruire della Rete alle sue massime performance.

Sebbene spesso non ci si faccia caso, insomma, in ufficio il collo di bottiglia della connessione può facilmente essere quello della velocità di upload poiché molte utenze possono attingere nel medesimo momento ad una risorsa scarsa: la banda in uscita. Nello stesso istante, infatti, potrebbero esserci più videochiamate, una diretta streaming, un backup che si avvia in automatico e magari una serie di mail in uscita con pesanti allegati in carico. In questi casi il prezzo che si paga è in termini di performance: i caricamenti rallentano, le videoconferenze incespicano, le videochiamate si interrompono.

Se in ambito casalingo si può soprassedere ad eventuali momenti di “down” (purché non succeda durante il gaming), in ambito aziendale non ci si può permettere che la connessione diventi ostacolo o limite: occorre avere la piena certezza di una connessione sempre performante.

L’importanza della fibra in azienda

Alcuni esempi: uno streaming video HD su Google Meet richiede ad esempio 3,2Mbps in upload per ogni partecipante (quasi il doppio rispetto a quanto non venga richiesto in download). Su Teams i valori sono simili, con una richiesta pari a 4 Mbps per avere prestazioni ottimali. 3,8 Mbps, invece, il requisito per le riunioni HD su Zoom.

Di qui l’importanza di badare alla velocità di upload come elemento prioritario, come asset essenziale che il proprio operatore deve garantire. La fibra in tal senso ha spostato notevolmente l’asticella verso l’alto rispetto alle tecnologie antecedenti, ma tutto ciò è successo proprio in parallelo all’esplosione dei servizi che richiedono sempre maggiori carichi di upload: la videopresenza è ormai dilagante, la collaborazione remota implica dinamiche sempre più bidirezionali e l’upload è diventato così sempre più centrale anche – e forse soprattutto – nel tempo dedicato al lavoro e alla didattica da remoto.

La Fibra di Aruba, grazie al fatto che si basi completamente su tecnologia FTTH, può garantire le massime performance possibili in termini di upload. Nella fattispecie, da questo punto di vista valga un riferimento su tutti: la velocità di banda massima supportata in upload è pari a 300 Mbps, mentre quella minima registrata dal 95% degli utenti (5° percentile) è pari a 100Mbps. Con valori di questo tipo è possibile supportare un alto numero di esigenze senza il minimo intoppo, cosa che invece non sarebbe certo possibile garantire in assenza di una connessione di questa qualità.

Nella velocità di upload di una connessione, insomma, è possibile spostare un limite che per le aziende prive di fibra rappresenta una pesante limitazione di opportunità. Comunicazioni non performanti, infatti, rallentano le collaborazioni, limitano le occasioni di vendita, riducono la videopresenza in un momento storico nel quale questa è essenziale. La connessione può dunque pesare fortemente sul perseguimento della mission aziendale, logorando ogni singolo giorno l’operatività dei dipendenti e l’immagine esterna dell’azienda stessa.
La velocità di upload è il veicolo che porta il brand fuori dall’azienda, proiettandolo sui mercati, sui display dei clienti, sulle chat dei partner: non è libera scelta, ma ferma necessità.


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