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Conviene aprire una partita IVA oppure utilizzare la prestazione occasionale?

12/10/2022
Conviene aprire una partita IVA oppure utilizzare la prestazione occasionale?
Professionisti
All’inizio della propria attività, soprattutto se svolta in modo sporadico ed occasionale, si è di solito restii ad aprire una partita IVA. Nel caso in cui l’attività lavorativa svolta dovesse essere saltuaria, e dovesse inoltre rispettare alcuni restrittivi limiti, sarà possibile evitare l’apertura di una partita IVA e lavorare ugualmente rispettando le normative fiscali. Lo Stato ha infatti messo a disposizione di tutti i soggetti lo strumento della prestazione occasionale, strumento utilissimo per regolamentare tutte quelle attività, professionali e non, effettuate per un periodo limitato di tempo (come ad esempio le attività lavorative derivanti da un hobby) che potrà quindi sostituirsi a tutta la burocrazia derivante dall’apertura di una partita IVA.

La prestazione occasionale è utilissima anche per tutti i lavoratori dipendenti che hanno il bisogno o la necessità di migliorare la propria condizione economica sfruttando le proprie abilità, le proprie conoscenze o i propri hobby per generare un reddito aggiuntivo in modo legale e riconosciuto dallo Stato. Dal nome stesso di questo strumento si può però facilmente intuire che può essere utilizzato solo occasionalmente, non sarà possibile pensare infatti di costruire il proprio business sull’utilizzo della prestazione occasionale. Analizziamo quindi come poter utilizzare al meglio la prestazione occasionale e quando invece non converrà, o non sarà possibile legalmente, prenderla in considerazione.

Cosa è la prestazione occasionale?

L’articolo 2222 del Codice Civile definisce il lavoro occasionale in questo modo: “si può definire lavoratore autonomo occasionale chi si obbliga a compiere, dietro corrispettivo, un’opera o un servizio con lavoro prevalentemente proprio, senza vincolo di subordinazione, né potere di coordinamento del Committente ed in via del tutto occasionale”.

Sarà possibile quindi utilizzare la prestazione occasionale solo quando un soggetto dovesse svolgere in modo occasionale una prestazione lavorativa per un committente. Per lavoro occasionale è possibile intendere quindi una prestazione lavorativa saltuaria, caratterizzata dall’assenza di abitualità, professionalità, continuità e coordinazione. Se tutti questi requisiti verranno soddisfatti contemporaneamente, sarà possibile utilizzare la prestazione occasionale senza dover obbligatoriamente aprire una partita IVA. Analizziamo queste caratteristiche nello specifico.

Assenza di abitualità: la prestazione lavorativa che si deciderà di svolgere verso il committente dovrà essere sporadica. Sarà possibile avere più committenti, e quindi ottenere incarichi da lavoro occasionale da più soggetti o aziende ma ogni prestazione occasionale non dovrà ripetersi per più di una volta l’anno con lo stesso committente. Se dovesse succedere ciò, dunque se si dovesse collaborare con lo stesso committente più di una volta l’anno, non sarà più possibile utilizzare lo strumento della prestazione occasionale.

Assenza di professionalità: la stessa prestazione occasionale non potrà essere professionale. Ciò significa che sarà proibito utilizzare questo strumento fiscale ai professionisti che, per esercitare il proprio lavoro, devono obbligatoriamente iscriversi ad albi professionali (Avvocati, Architetti, Ingegneri, ecc.), o chi presta attività di collaborazione in favore di associazioni e società sportive dilettantistiche in quanto sono previste altre norme al riguardo.

Assenza di continuità: ogni singola prestazione occasionale non potrà durare più di 30 giorni, inoltre svolgere più volte durante l’anno lo stesso tipo di prestazione lavorativa farà sì che questa non sarà più ritenuta occasionale. Sarà quindi obbligatoria in questo caso l’apertura di una propria partita IVA.

Assenza di coordinazione: la prestazione occasionale dovrà essere svolta in modo autonomo. Il committente quindi non potrà in alcun modo coordinare il lavoro del lavoratore autonomo, e questo lavoro non dovrà essere parte del ciclo di produzione del committente stesso.

La prestazione occasionale presenta quindi molti limiti operativi, chi desidera invece intraprendere una propria attività lavorativa dovrà quindi scegliere di aprire una partita IVA in modo da essere anche libero di poter pubblicizzare i propri prodotti o servizi tramite qualsiasi canale. Al momento dell’apertura della partita IVA sarà necessario scegliere il regime fiscale al quale aderire, vediamo tutto nel dettaglio.

Quale partita IVA conviene aprire?

In Italia, nel caso di apertura di una ditta individuale sarà possibile scegliere tra aprire una partita IVA in regime forfettario, oppure in regime semplificato o ordinario.
Il regime forfettario rappresenta l’unico regime di vantaggio esistente al momento, garantirà una serie di vantaggi a tutti coloro che avranno il diritto di aderirvi e vorranno sceglierlo, tra cui:
  • Tassazione fissa e più bassa. Le tasse nel regime forfettario hanno una percentuale più bassa rispetto agli altri regimi fiscali, pari infatti al 5% per i primi 5 anni, 15% dal sesto anno in poi.
  • Esenzione dall’applicazione dell’IVA. Tutti coloro che decideranno di aderire al regime forfettario non dovranno applicare l’IVA in fattura ai propri compensi.
  • Esenzione dalla ritenuta d’acconto. Al contrario dei redditi derivanti da prestazione occasionale assoggettati all’applicazione della ritenuta d’acconto del 20%, eventuali compensi percepiti con una partita IVA forfettaria saranno esentati dall’applicazione di questa ritenuta.
  • Semplificazioni contabili. Il regime forfettario, al contrario del regime semplificato o ordinario, prevede una contabilità molto più semplice e snella. Basti pensare che non è prevista la registrazione delle fatture, la dichiarazione IVA trimestrale o annuale, non sono previsti neanche gli studi di settore.

Per poter aderire al regime forfettario bisogna però possedere dei requisiti, tra cui non aver ricevuto dei redditi da lavoro dipendente o da pensione superiori a 30.000 euro lordi nell’anno precedente, non far parte di società di persone (SAS o SNS), inoltre annualmente non bisogna superare gli incassi di 65.000 euro, pena l’uscita dal regime forfettario dal 1 gennaio dell’anno successivo.
Dal 1 luglio 2022 anche tutti coloro che decideranno di adottare il regime forfettario saranno obbligati ad emettere fatture in formato elettronico. Sarà quindi indispensabile fornirsi di un software di fatturazione elettronica che abbia anche la funzione di conservazione elettronica dei documenti secondo tutti i parametri di legge.
Oltre al software di fatturazione elettronica, sarà indispensabile munirsi anche di una PEC (Posta Elettronica Certificata), uno strumento ormai indispensabile in molti casi per l’invio di documenti e comunicazioni a noma di legge.