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Ecco perché un hosting web gratuito non è sempre una buona idea

22/11/2022
Un hosting web gratuito non è sempre una buona idea
PMIPrivatiProfessionisti
Per chiunque abbia intenzione di muovere i primi passi della propria presenza sul web, ma non ha alcuna competenza informatica e magari neppure un’idea precisa della forma e della struttura che vorrebbe dare al suo sito esiste un’opportunità molto interessante: l’hosting web gratuito.

Grazie a esso è possibile, infatti, aprire uno spazio su una piattaforma che permette a tutti, in modo semplice e senza costi, di poter diventare “proprietari” di uno spazio virtuale, offrendo una serie di strumenti pre-configurati con i quali è possibile mettere in piedi un sito dalle caratteristiche e dalle funzionalità di base.
 
SuperSite di Aruba


Ma, c’è un ma: i servizi di free hosting obbligano a utilizzare un dominio di terzo livello (esempio http://nomesito.nomepiattaforma.it oppure .com), offrono uno spazio di storage limitato e possono ospitare volumi di traffico piuttosto bassi, oltre a non consentire “l’aggancio” con i circuiti pubblicitari.

Per tutte queste ragioni, quindi, un hosting gratuito è un’ottima opportunità per avvicinarsi al mondo del web da protagonisti in prima persona, grazie alle possibilità che offre nello sperimentare, testare, fare pratica a costo zero, ma il suo corrispettivo a pagamento sta su un piano notevolmente più elevato ed è l’unica opzione davvero valida per un progetto professionale o che, comunque, voglia soddisfare una certa ambizione di qualità e di versatilità.

Il free hosting, insomma, è poco più di una palestra, per acquisire l’esperienza necessaria a districarsi agevolmente tra gli strumenti del web così da farsi trovare preparati in vista di un eventuale sbarco futuro sul web in un’altra forma, affidata a un servizio di hosting professionale a pagamento o, addirittura, gestito.

Tre soluzioni di hosting gratis per cominciare

Se l’unica variabile fissa che li accomuna è quella dell’assenza di costi vivi, tra i numerosi servizi di hosting gratuito esistono delle differenze nel tipo di utilizzo, poiché alcuni di loro sono totalmente a prova di “incompetente”, e altri richiedono almeno un minimo di familiarità nel muoversi tra i tool dello sviluppo web. Vediamone alcuni.

SuperSite Trial
Ad oggi, la soluzione universalmente riconosciuta come la migliore per avvicinarsi al processo di realizzazione di un sito web è Supersite che, oltre a essere un editor dalle funzionalità avanzate disponibile in due versioni, Easy e Professional, si offre anche in una modalità di prova gratuita, SuperSite Trial, gratuitamente per trenta giorni, permette di godere della funzionalità e-commerce integrata, degli strumenti di ottimizzazione per i motori di ricerca e della compatibilità con i dispositivi mobili, come pure della possibilità di creare un sito multilingua.

Wordpress
Esattamente come nel caso appena visto, anche WordPress, la piattaforma per il site building più famosa e utilizzata nel mondo, accanto alle versioni professionali mette a disposizione un servizio di hosting completamente free. Oltre al dominio di terzo livello offre anche il certificato di sicurezza SSL per proteggere la connessione dei suoi visitatori, ma sull’altro fronte si caratterizza per una serie di limitazioni, che vanno dallo spazio di archiviazione limitato, all’impossibilità di inserire banner pubblicitari, tanto per citare le principali.

Netsons
Una delle principali risposte italiane al sovracitato Wordpress è il servizio di hosting gratuito di Netsons al quale può essere paragonato per ventaglio e caratteristiche generali di offerta.
Questo però, si caratterizza dalla presenza di qualche feature in più, tra cui l’accesso FTP utile per la gestione di alcuni aspetti più tecnici della costruzione e dell’aggiornamento del sito.

Come creare un proprio hosting personale

Per chi ha un po’ più di dimestichezza con le risorse informatiche finalizzate a Internet e al web, esiste un modo per bypassare i servizi di hosting e fare, invece, ricorso a specifiche realtà online che permettono di ottenere lo stesso scopo appoggiandosi alle applicazioni di cloud storage, alla Google Drive o One Drive, per intenderci, ma soprattutto alla Dropbox. Questo risulta essere, indiscutibilmente, la prima scelta tra i tool che fungono da “intermediari” tra queste ultime e l’utente.

In pratica, l’abbinata dei due strumenti permette di replicare in remoto la struttura del sito - sia pagine che contenuti multimediali - che si è costruito sul proprio Pc.

Se dello storage più utilizzato per queste attività abbiamo già detto, per ciò che riguarda, invece, i sistemi che permettono di metterlo in relazione con l’utente, il più noto è Site44, ma di sicuro interesse sono anche Dbxlr, Pancake.io, ZipSite e Droppages