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Fattura elettronica: quando emettere l’autofattura spia

In caso di mancata ricezione della fattura elettronica, decorsi 4 mesi dalla data di effettuazione dell’operazione, il cessionario è tenuto all’emissione della “autofattura spia” e al versamento dell’imposta, per evitare l’applicazione della sanzione pari al 100% dell’imposta non versata. Nel file XML da trasmettere al Sistema di Intercambio, nel campo “Tipo Documento” deve essere riportato il codice TD20, avendo inoltre cura di riportare nella sezione “Dati del cedente/prestatore” i dati relativi al fornitore che avrebbe dovuto emettere la fattura, e nella sezione “Dati del cessionario/committente” quelli relativi al soggetto che emette e trasmette via SdI il documento. La sezione “Soggetto Emittente” va valorizzata, utilizzando il codice CC (cessionario/committente).
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Fattura elettronica: qual è la data da indicare?

Nel caso di emissione di una fattura differita relativa a una serie di cessioni di beni effettuate nel mese con riferimento al quale la fattura viene emessa, è possibile riportare nel campo “Data” del file XML la data di fine mese, essendo questa rappresentativa del momento di esigibilità dell’imposta, fermo restando che la fattura può essere inviata al Sistema di Interscambio entro il giorno 15 del mese successivo. È quanto chiarito dall’Agenzia delle Entrate con la risposta a interpello n. 389 del 2019, nella quale sono fornite interessanti precisazioni anche in ordine alla data da indicare nella fattura anticipata.
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Fattura Elettronica ed esportazioni: come procedere con le operazioni in dogana

Con l’avvento della fattura elettronica, nell’ambito delle cessioni all’esportazione non è più necessario il visto uscire sulla bolletta doganale presentata dall’esportatore, da allegare alla fattura. La prova dell’avvenuta uscita della merce dal territorio UE viene fornita dal rilascio del codice MRN (Movement Reference Number) da parte della Dogana di esportazione, a seguito della presentazione del DAE (Documento di Accompagnamento all’Esportazione). Non solo: i dati relativi alle fatture di esportazione non devono essere trasmessi all’Agenzia delle Entrate mediante l’esterometro.
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Posta elettronica certificata: numeri e utilizzi di un servizio di successo

La posta elettronica certificata (PEC) esiste da diversi anni in Italia. E’ stata originariamente introdotta con il DPR. 68/2005, quasi in contemporanea con la promulgazione del Codice dell’Amministrazione Digitale, avvenuta con il D.L.vo n. 82/2005, e da allora ha assunto nel corso del tempo un ruolo primario nelle comunicazioni tra amministrazioni pubbliche, imprese e professionisti.
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Scenari d’uso della PEC: il recupero della CU dall’INPS

La Certificazione Unica - CU è quel modello rilasciato dal datore di lavoro che serve a certificare i redditi percepiti dal lavoratore, oltre che una serie di informazioni riguardanti i contributi dovuti all'INPS e i premi dovuti all'INAIL. Questo modello è messo a disposizione dal datore di lavoro entro il 31 marzo dell’anno successivo a quello di riferimento. Ma quando il sostituto d’imposta è l’INPS, come può essere richiesto tale modello? È possibile richiederne la trasmissione tramite PEC?
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CU , INPS

 
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Processo telematico: l’utilizzo della PEC per avvocati e tributaristi

Il processo telematico, nato sostanzialmente in ambito civile ma successivamente esteso ad altri ambiti come quello tributario e introdotto con l’obiettivo della semplificazione amministrativa, prevede una serie di attività svolte tramite canale telematico quali la consultazione on-line del fascicolo telematico, la comunicazione telematica con gli uffici giudiziari, il pagamento telematico del contributo unificato. Come si è evoluto questo strumento? E che ruolo gioca la PEC nelle modalità di comunicazione.
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Scenari d’uso della PEC: i geometri

Il D.L. n. 185/2008 (decreto anti-crisi), convertito in legge n. 2/2009, ha introdotto l’obbligo per i professionisti iscritti in albi ed elenchi istituiti con legge dello Stato di dotarsi di un indirizzo di posta elettronica certificata e di comunicarlo al proprio Ordine o Collegio di appartenenza entro un anno dall’entrata in vigore del decreto. Dunque Ordini e Collegi rivestono un ruolo fondamentale nella diffusione dell’indirizzo PEC ma non basta per avere una copertura pressoché totale; occorre l’intervento coordinato di Enti centralizzati con i singoli Collegi, al fine di standardizzare le modalità di trasmissione, incentivare le comunicazioni con specifiche convenzioni, supportare gli utenti non completamente autonomi, etc. Vediamo di analizzare il caso della categoria professionale dei geometri.
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