Una casella PEC ha un limite di spazio consentito e per renderla sempre funzionante è necessario verificare che sulla casella ci sia sempre abbastanza spazio per ricevere nuovi messaggi.

Le ragioni che portano alla migrazione di un’intera infrastruttura, o di una porzione ben definita, possono essere di varia natura ma spesso riguardano la riduzione dei costi, la necessità di concentrarsi sul proprio core business, il miglioramento dei servizi o la velocizzazione degli stessi.

In Italia da quasi 14 anni esiste la posta elettronica certificata (PEC), inquadrata nel nostro ordinamento come lo strumento principale per poter trasmettere telematicamente messaggi, informazioni e documenti con piena validità legale.

Poche ma importanti regole da seguire per sfruttare a pieno le funzionalità della PEC

Dal 1° luglio 2019 e fino al 31 ottobre 2019 i contribuenti (soggetti passivi IVA e consumatori finali) possono aderire al servizio di consultazione e acquisizione delle fatture elettroniche emesse e ricevute dal 1° gennaio. L’adesione al servizio è subordinata alla sottoscrizione di un apposito accordo con l’Agenzia delle Entrate. Per i soggetti IVA la consultazione è possibile dal giorno successivo all’adesione; i consumatori finali, invece, potranno consultare e acquisire le fatture ricevute solo dal 1° novembre 2019. Anche il recesso dal servizio ha efficacia immediata: dopo il recesso il contribuente non potrà più consultare neanche le fatture emesse e ricevute nel periodo di adesione al servizio.

Sapere cosa è il phishing e quali tipologie di attacchi si possono subire è fondamentale per evitare di essere colpiti, ma qualunque classificazione rischia di essere incompleta perchè il fenomeno è in costante evoluzione.

Con la circolare n. 14/E del 17 giugno 2019, l’Agenzia delle Entrate è tornata ad occuparsi di fattura elettronica.
Il documento di prassi fornisce nuovi chiarimenti sull’ambito oggettivo e soggettivo di applicazione della e-fattura.